Nuova Riveduta:

Daniele 1:8

1Co 10:18-31 (Ge 39:1-4; 41:38-39) Da 5:11-12; Sl 125:1
Daniele prese in cuor suo la decisione di non contaminarsi con i cibi del re e con il vino che il re beveva; e chiese al capo degli eunuchi di non obbligarlo a contaminarsi;

C.E.I.:

Daniele 1:8

Ma Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande del re e con il vino dei suoi banchetti e chiese al capo dei funzionari di non farlo contaminare.

Nuova Diodati:

Daniele 1:8

Ma Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con i cibi squisiti del re e con il vino che egli stesso beveva; e chiese al capo degli eunuchi di concedergli di non contaminarsi.

Riveduta 2020:

Daniele 1:8

Daniele prese in cuor suo la decisione di non contaminarsi con le pietanze del re e con il vino che il re beveva, e chiese al capo degli eunuchi di non obbligarlo a contaminarsi;

La Parola è Vita:

Daniele 1:8

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La Parola è Vita
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Riveduta:

Daniele 1:8

E Daniele prese in cuor suo la risoluzione di non contaminarsi con le vivande del re e col vino che il re beveva; e chiese al capo degli eunuchi di non obbligarlo a contaminarsi;

Ricciotti:

Daniele 1:8

Or Daniele fece proposito in cuor suo di non contaminarsi nè coi cibi del re, nè col vino che era sua bevanda e fece istanza al sopraintendente degli eunuchi per non contaminarsi.

Tintori:

Daniele 1:8

Daniele, avendo risoluto in cuor suo di non contaminarsi col mangiare di quello che mangiava il re, col bere del vino che il re beveva, pregò il capo degli eunuchi a permettergli di non contaminarsi.

Martini:

Daniele 1:8

Or Daniele determinò in cuor suo di non volersi contaminare col cibarsi di quello, che il re mangiava, né col bere del vino, che quegli bevea, e pregò il capo degli eunuchi, che gli permettesse di non contaminarsi.

Diodati:

Daniele 1:8

Or Daniele si mise in cuore di non contaminarsi con le vivande del re, nè col vino del suo bere; e richiese il capo degli eunuchi che gli fosse permesso di non contaminarsi.

Commentario abbreviato:

Daniele 1:8

Versetti 8-16

L'interesse che pensiamo di avere per noi stessi, dobbiamo riconoscere che è un dono di Dio. Daniele era ancora fedele alla sua religione. In qualunque modo lo chiamassero, aveva ancora lo spirito di un israelita. Questi giovani si preoccupavano della carne, per evitare che fosse peccaminosa. Quando il popolo di Dio si trova a Babilonia, deve fare particolare attenzione a non partecipare ai suoi peccati. È molto apprezzabile che i giovani non desiderino e non cerchino i piaceri del senso. Coloro che vogliono eccellere in saggezza e pietà, devono imparare sempre a tenere sotto controllo il corpo. Daniele evitò di contaminarsi con il peccato; e noi dovremmo temere più questo che qualsiasi problema esteriore. È più facile tenere le tentazioni a distanza che resistere quando sono vicine. E non possiamo migliorare il nostro interesse nei confronti di chi ci è favorevole, se non usarlo per tenerci lontani dal peccato. Le persone non crederanno ai benefici che derivano dall'evitare gli eccessi e da una dieta parsimoniosa, né a quanto contribuiscano alla salute del corpo, a meno che non ci provino. La temperanza coscienziosa farà sempre di più, anche per il benessere di questa vita, dell'indulgenza peccaminosa.

Riferimenti incrociati:

Daniele 1:8

Ru 1:17,18; 1Re 5:5; Sal 119:106,115; At 11:23; 1Co 7:37; 2Co 9:7
Lev 11:45-47; De 32:38; Sal 106:28; 141:4; Ez 4:13,14; Os 9:3,4; At 10:14-16; Rom 14:15-17; 1Co 8:7-10; 10:18-21,28-31

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